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New York, Italian Academy, maggio 2019, mostra Stone Puzzles
 
Stone puzzles – il film
quasi una recensione
di Michele Tavola
 
Articolo della Rivista ARTAPP
 
Michele Tavola è curatore alle galerie dell'Academia di Venezia
 

Attrici protagoniste: sedici pietre raccolte da Dominique Robin nel corso di quelle che potevano sembrare piacevoli passeggiate in montagna, ma che in realtà erano veri e propri casting per il suo film. Come avviene solitamente nelle pellicole in cui recitano esseri umani, la scelta non avviene per caso mettendo davanti alla macchina da presa la prima persona che passa per strada. La selezione è attenta e meticolosa: ci vogliono i caratteri  giusti per il copione, i volti adatti per il ruolo. Così, anche il nostro artista-regista non raccoglie la prima pietra che trova sul sentiero, ma va a caccia del soggetto perfetto per dare forma al suo progetto. Come ha spiegato Dominique stesso, “si tratta di pietre levigate e fratturate dal tempo, i cui pezzi non sono ancora stati dispersi, forme ancestrali modificate dalla pioggia, dal sole o forse dal passaggio di un animale pesante”. Vezzose come dive del cinema, non rivelano la loro età esatta, ma a occhio e croce potrebbero avere circa settanta milioni di anni.
 
Comprimarie: le mani di nove attori e attrici che interagiscono con le pietre, montando i singoli frammenti fino a ricomporre la forma originale. Alcune agiscono veloci e nervose, altre indugiano titubanti. Qualcuna, dopo aver terminato il lavoro, brandisce il puzzle ricomposto come un trofeo, simbolo del successo ottenuto. Altre mani, ultimata l’opera, si posano simmetriche sul tavolo di marmo prima di uscire dal campo visivo della telecamera, compiendo una specie di inchino che ricorda il saluto rispettoso dei praticanti di arti marziali alla fine del combattimento. I loro movimenti sono pensiero e, osservandole attentamente, si può ricostruire la personalità, la psicologia e il carattere delle persone alle quali appartengono.
 
Scenografia: tavoli di marmo ripresi dall’alto attraverso un’inquadratura che non lascia intravedere i bordi e insinua nello spettatore la sensazione che la loro superficie sia infinita. Le pietre protagoniste poggiano su altri frammenti di roccia, lisci e perfettamente tagliati, che presentano textures affascinanti, visivamente potenti come le più riuscite composizioni della storia della pittura informale. I fratelli gemelli di questi tavoli, probabilmente, hanno lavorato come modelli per Jean Dubuffet tra il 1958 e il 1962, quando l’artista francese creò la serie dei Phénomènes.
 
Sceneggiatura: primo frame: i frammenti scomposti di roccia poggiano sul tavolo, disposti casualmente. Ultima inquadratura: la pietra viene mostrata perfettamente ricomposta. Tra la prima e l’ultima immagine le mani realizzano il puzzle.
 
Trama: sedici episodi, tanti quanti le pietre protagoniste. Nel corso di ciascuno di essi le mani, partendo dai singoli pezzetti di roccia, si impegnano a ridare forma alla pietra. Tutti iniziano e finiscono allo stesso modo, come la vita, che ha origine con la nascita e termina con la morte. Come gli episodi del film, alcune esistenze sono più facili, altre più complesse, alcune più brevi, altre più lunghe. C’è da scommettere che la critica, più o meno militante, produrrà molteplici interpretazioni esegetiche, proporrà diverse letture, talune simboliche altre letterali, analizzerà il significato del film nei modi più svariati e sorprendenti. Come tutte le grandi opere, quella di Robin non è interpretabile in maniera univoca ed è destinata a essere fraintesa e mistificata.
 
Fotografia: da nomination al premio Oscar.
 
Colonna sonora: i suoni della natura nella campagna toscana, il canto degli uccelli in sottofondo e il rumore delle pietre che si accostano le une alle altre accompagnano placidamente il ritmo delle immagini.
 
Durata: ventiquattro minuti nel corso dei quali il tempo viene sospeso, cessa di essere un elemento determinante per lo svolgimento dell’azione e viene sostituito dalla poesia delle forme che progressivamente si compongono.
 
La proiezione: quella dell’Italian Academy di New York non è una prima: il film, infatti, è già stato presentato a Montalcino, in Toscana, a Venezia e a Milano. Ma come quasi sempre avviene, le protagoniste, seguendo le abitudini delle star che non fanno mancare la loro presenza in occasioni speciali come la notte degli Oscar o il Festival del Cinema di Venezia, si sono presentate granitiche e puntuali. Le pietre, oltre che sullo schermo, in mostra vengono presentate fisicamente come sculture, in fotografia, in disegni a loro ispirati e in un libro d’artista di 164 pagine. Inoltre, per chi volesse cimentarsi direttamente nello stone puzzle, c’è la possibilità di giocare a ricomporre i frammenti di una pietra, provando l’esperienza vissuta in prima persona dall’artista e raccontata nel film: è l’occasione per comprendere le sensazioni e le emozioni dalle quali è nato tutto il progetto.
 

Autres articles
 
- Weekly Pics, Blake Gopnik, critique d'art New York (New York Times, Newsweek etc)  : http://blakegopnik.com/ Apr 16, 2019
- Dominique Robin : le puzzle de la préhistoire, par Maria Stavinarki
- Stone puzzles – il film- quasi una recensione di Michele Tavola, conservateur aux Galeries de l'Academie à Venise
Lo stesso articolo nella revista ARTAPP ITALIANO
- The Puzzle of Prehistory By Maria Stavrinaki  ENGLISH
- Stone Puzzles—The Film (Almost a Review) By Michele Tavola ENGLISH
- About Stone Puzzles in New York (in Ragazine Jean Paul Gavard-Perret) ENGLISH FRENCH
- Le Picton, aout . Eclats de Pierres (4 pages consacrées à l'exposition de Bougon, Marie Pierre Baudry)
- La pierre expression d'immortalité, Nouvelle République, mai 2018
- Bougon : entre préhistoire et art contemporain(youtube) France 3 (French television)
-  ANA,  N° 120, Printemps 2018, Pierres & Puzzles de Dominique Robin
- Carnet d'art, décembre 2017,  "Dominique Robin : Roses de personne"
- Dominique Robin, Stone Puzzle al museo Francesco Messina E, Blog di Luciana Baldrighi, ottobre 2017 Italiano
- Actualité Nouvelle Aquitaine, été 2017, Stone puzzles, p67. Numéro consacré aux sentiers et chemins. Texte et photos : D. Robin
 

à lire aussi : Le mauvais génie, Dominique Robin
 

1- Intro Stone puzzles
 
2- The first exhibitions
 
3- Stone puzzles (video 24 mn)
 
4- Carbon Flower (drawings)
 
5- Stone puzzles (installation / sculpture)
 
6- À mi mot (book)
 
7- Their stones puzzle (photos)
 
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